Sospesa s'adagia sull'aria,
Adorna il cupo silenzio.
La mente si estende
Ed è più vicina all'anima.
Abbracciano il buio le mie percezioni.
Sigillo le palpebre lasciando che il mio vento
Assuma la forma di mani,
Che scavi nella sabbia
dell'intimo silenzio
L'immagine più tenera dentro ai miei ricordi.
Che raccolga quei rami
Disgiunti dal tempo
Dispersi tra gli apatici fiumi
Di un lento pensiero,
Che li spezzi, li bruci
Sicché dalle ceneri
In pioggia si plasmino
Stabili quelle radici
Recise negli anni.
S'inseguono rapidi
I mille pensieri
Affaticati eppure mai stanchi di rincorrersi,
Dolci, talvolta di pasta di zucchero composti.
Crudeli, come lame alle spalle.
Veri come la mia anima nuda dinnanzi allo spirito.
Gentili, come le dita che accarezzano un vergine sesso.
Parlo a me stessa
Quando ho smesso d'essere quella ch'ero.
E già mentre parlo
Mentre ragiono,
Non sono più quella
Che sono.
Sono già altro.