Urticante come l'ortica
ti irrito,
ma invece di grattarti
indirizzi le tue unghie smaltate blu di prussia,
verso di me.
Poi inizia la sfilata dei termini,
lo stile inciampa e cade,
volano i soggetti,
gli oggetti,
e i concetti
in un concerto di zampilli di saliva schizzata.
Bistrattato,
seguo il tuo parere,
vado a cercare il successivo,
per fare ciò che mi consigli mostrandomi la virtù di ciò che sta a metà,
poi ti volti esibendo la coppa,
la tua parte espressiva,
offrendo la possibilità di solere scendendo solo di qualche palmo,
ed io mi servo,
recuperando manciate di seta per agevolare l'ingresso,
ospite ospitato da chi l'ha cacciato,
da chi armato è rimasto colpito,
da sbattuto fuori a sbattendo dentro.
Un cambio di scenario,
di ardore, di calore e di colore,
persino le tue unghie, ora sono, rosa scioccante.
Ma sul finale, un quesito prende il sopravvento,
e domando,
vado o vengo?