Eccomi qui d'innanzi al mare
rapito dal nitrito d'uragano
nel gelido iemale mattutino
acqua che sale sulle onde
cuore sospinto dal vento.
Porta il fragore di risacca,
sul rombo sordo della ghiaia,
verdi ghirlande d'alghe,
spiccate dagli abissi,
sogni tornati sul cuscino.
Nel caos che inghiotte il tuono
un risuonare d'echi di richiamo
ricordi, come gridi di gabbiani
oltre le nubi di piombo, grevi
simili a vecchi dolori, per sempre vivi.
Già la tempesta rischiara all'orizzonte,
non tutto è qui, in quello che conosco
altro mi porta questa luce.
Vorrei lasciare ciò che mi rimane
quello di me che vedo alla deriva.
Disegno sulla sabbia un'altra vita,
solo un accenno, prima che monti l'onda,
la sfoglio come una margherita:
la voglio o non la voglio?
Il resto è mare tutt'intorno.