Felice son io
di liete dolcezze
e di un piacer stimato
verace e bello
E se la pioggia pazzerella
mi ricorda che giovane
cosa è il pensier d'amore
io son contento di non aver
di più sperato
Non perché non sapessi
che sciocco è un rispettoso amante
non perché non volessi
affrontar un rischio immenso
che dà poco ristoro a chi ben ama
non perché non potessi provare
quella vergogna che è degli amori
deboli e frali
Ma per la mia vita
che non più ora è falsa morte
accompagno io
un lieto sorriso
d'aprile o
di maggio
nel breve spazio
di chi ha troppo amato
cercando un troppo
odiato.