Mi capita spesso di parlare al passato
di dare alla mia voce i tempi di un libro dai verbi remoti
come se tutto fosse già successo
già vissuto
in pagine già sfogliate da estenuanti terremoti d'anima
ed io
già così lontano
da guardare l'eterno ritorno del mio presente dal futuro
incapace di modificarle
per mancanza di una chiave aprente gli archivi del cielo
sorrido all'idea
che mi sia sfuggita la lettura di una pagina incollata ad un'altra da ellissi di plenilunio
parole stese
da un attimo immenso
navigante
nel cosmonautico pugno
dell'eternità