C'era una volta una bella fanciulla,
che viveva nei pressi di una betulla.
Un giorno una brutta e vecchia stregaccia,
che aveva un neo nero sulla faccia,
disse agitando le braccia
"Se per domani non avrai scoperto il mio nome,
ti giuro che sparirai senza neppur sapere il come!"
Detto ciò, ridendo sguaiatamente,
sparì nel nulla
senza più dir niente.
"E adesso cosa farò?" disse, piangendo, la fanciulla.
In quel momento passò di lì una dolce e graziosa fatina
che della fanciulla era madrina.
"Non pianger più, o mia diletta,
risolverò questo dilemma in tutta fretta!".
E dopo aver agitato la sua scintillante bacchetta,
apparve una luminosa targhetta,
sul quale era inciso Benedetta.
Improvvisamente un tuono squarciò il cielo
e la nostra strega comparve vicino ad un melo.
Ma il suo aspetto era magicamente cambiato.
Infatti il volto non era più rozzo e sciupato,
ma ameno e delicato.
"Grazie per avermi salvato!"
disse allor la strega, riconoscente.
"Io non sono una malvagia fattucchiera,
ma una principessa venuta dall'Oriente".
I suoi capelli erano folti come una criniera,
e la sua pelle era liscia e nera.
"Per dimostrati la mia riconoscenza,
orsù, apri quella credenza".
E dalla dispensa uscirono gemme e diamanti,
ed anche un sacchetto di monete d'oro sonanti.
La casetta, d'un tratto, divenne un grande castello,
nel quale la nostra fanciulla incontrò un principe aitante e bello.
I due giovani subito s'innamorarono,
e ben presto si sposarono.
E come ogni fiaba che si rispetti,
il gaio evento fu accompagnato da fastosi banchetti.