Sembra un pensiero scontato,
ovvio in apparenza
ma non è così.
Ho come necessità primaria
un mondo adiacente
comprese tutte le declinazioni.
Ma ci sono strutture mentali chiuse, schive, distanti
in molte circostanze è paura di esporsi
e nei ritorni la riconosco quella paura.
Evidenzio passioni, desideri e sogni,
ma la speranza spesso è un'illusione.
Soddisfo un bisogno secondario,
la possibilità di percepire una vita ordinaria,
controllabile.
Le qualità ci condizionano,
l'interiorità rifiora esteriormente.
La felicità non è arrivare all'obiettivo
ma raggiungerlo
in un'estasi condivisa.
Comprendo l'indifferenza
ma non riempio vuoti,
verso sul già colmo affinché trabocchi.