Fabbriche che smontano vite,
viti che avvitano disperazioni
stampate in sciagure sempre più precise,
e le catene, le sole che rimangono assemblano sfiducia
con anelli a unire in sposi futuri remoti,
figli già nonni impiegati della disoccupazione
con le mani in tasca
frugando delusione in spiccioli,
piccole mance per nipoti fantasma.