Dopo l'apocalisse,
calcando ignota terra
baciata da due Soli,
sorpresi un cristantemo
piangente; in quel momento
di me s'avvide e disse:
"Per chi noi cresceremo?
Defunta è ormai la guerra!
Sonagli nei fucili,
il miele nel cemento,
di zucchero i bastioni
e il fuoco è sottozero.
Il sadico e il guerriero
s'inseguon nei cortili,
coriandoli e festoni
sganciati dall'aviere.
Di stelle colorate
da forni e ciminiere
s'accende il firmamento.
Le infermità? Sparite!
Sorridon le fanciulle
e soffian, divertite,
le bolle di sapone
da infrante petroliere.
Non s'udirà un sermone
tra lacrime versate;
non vi saran sepolcri
per chi abitò le culle".