Non mi riconosci
Sono io
Sono in Te
quell'io folle
che mentre cammini pensieroso per strada con un viso assorto nel volto giornaliero del truce sogna
Sono Lei
libellula di luce volante a quattro ali nella bilancia sospesa ad un chiaro di luna in trasparenze d'infiammo
Sono il Lui
parente di Colui che mentre uccide tutti nella sua reggia fortezza di testa riposata fra le stelle l'ente festeggia
Sono
quell'Esso indefinito regnante
vetta minerale e abisso animale di un mondo vegetale
l'Amore espanso
di una colomba umana in volo
che non fa in tempo ad essere oro di clorofilla
perché già
un falco della morte staccandosi dal ramo di un foglia gli piomba addosso
Sono Noi
quando ci possiamo amare sconfinando da ogni strutturato confine
un noi di pelle scura così innaturale da essere divenuto la savana arboricola di un tetto familiare
Sono il Voi
dormiente
il poro otturato sprizzante rabbia di scimmia
felice solo
nell'aldilà di quelle isole beate dove non tramonta mai l'iperboreo sole del gesuita
Sono loro
quelli che per Te in altezza di mente non sono niente
non mi riconosci ancora anima mia dammi la mano sono sempre io
l'autore Vincenzo Capitanucci ha riportato queste note sull'opera
Sono il sogno di una libellula azzurra che pensava di essere un gorilla... aforisma... lol..