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Cenacolo

È florido il ventre del male
che bussa alle porte già aperte,
beffardo; il suo ghigno sinistro
è quello d'un laido esattore.
L'affitto dell'aria e del cielo,
la tassa sul giorno fatale
indebita vite inesperte.

Gratuito è ormai solo l'orrore
dei santi votati all'inferno.
Perdonaci, o giudice eterno,
se il fiore degli anni meschini
profuma l'ingordo banchetto.
Agli ospiti adornano il petto
ghirlande di freschi intestini.

 

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10 recensioni:

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  • Don Pompeo Mongiello il 15/05/2013 10:42
    Scusa, voleva essere una recensione e sempre ben meritata.
  • giuliano cimino il 15/05/2013 00:10
    metricamente stupenda, ironica.. l'ingordo banchetto purtroppo non è sazio e noi dobbiamo toglierli il verme solitario... ma se saremo formiche lo potremo fare le cicale cantano e basta
  • Anonimo il 14/05/2013 12:18
    Pensieri e considerazioni individuali, ben raccontate poeticamente dall'autore, mediante metafore ricche di simbolismo umano che si possono ritrovare proprio con la partecipazione al peculiare CENACOLO, suggestivamente descritto. Un coinvolgente, nonché significativo testo, davvero apprezzato per forma e contenuto!
  • Vincenzo Capitanucci il 13/05/2013 06:21
    Gli ultimi due versi Alessandro... mi hanno fatto pensare a Kali...

    una ghirlanda di teschi la sua collana, un gonnellino di braccia umane il suo unico vestito. La lingua estroflessa, gli occhi rossi, il viso e i seni coperti di sangue e la posa nella quale calpesta Shiva, la rendono particolarmente temibile alla vista.
  • ciro giordano il 12/05/2013 20:18
    truculenta, ma quando ci vuole ci vuole... L'indignazione a volte ha parole dure, almeno quelle... piaciuta
  • Anonimo il 11/05/2013 21:36
    Chiedo scusa, volevo inviare una recensione e ho erroneamente postato un commento.
  • Anonimo il 11/05/2013 17:47
    Classica e moderna allo stesso tempo. Fatta, come tuo solito, da vivide immagini. "indebita vite inesperte"... piaciuta
  • Rocco Michele LETTINI il 11/05/2013 17:22
    SUBLIME NE LI SUOI ACUTI VERSI CARETTERIZZANTI IL METAFORICO DECANTO E LO STILE METRICO SALDAMENTE PERFETTO...
  • silvia leuzzi il 11/05/2013 17:05
    Bella Ale molto intensa, molto politica, non so perché mi ricorda la poesia dei primordi della nostra letteratura, pur mantenendo un impianto sì classico ma moderno, comprensibile a tutte le orecchie. Bella la metafora, bella la scelta dei vocaboli. Bravo amico sempre meglio
  • Anonimo il 11/05/2013 16:59
    Ben scritta Alessandro, malgrado l'argomento sempre duro da digerire!

4 commenti:

  • Don Pompeo Mongiello il 14/05/2013 18:21
    Un laudo sincero e dovuto per questa tua eccelsa davvero!
  • Anonimo il 12/05/2013 16:25
    Metafore significative e nel comtempo dure. Bravo Ale.
  • Anonimo il 11/05/2013 19:46
    Una lirica dura e aulica al tempo stesso: dura per gli argomenti toccati, aulica per il linguaggio ricercato. I miei complimenti.
  • pasquale radatti il 11/05/2013 16:37
    È esatto il tuo descrivere della morte. Tutti finiamo in quella che tu definisci "laido esattore". nomostante il tema trattato, ti faccio i miei più fervidi complimenti.

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