L'acciaio si disseta degli onesti
e degli infermi; il lagrimar è vano.
Sperare che la macchina s'arresti
è troppo, ché smarrito è il senno umano.
L'autorità che schiavizzò il progresso
troneggia, e la sua coltre incenerita
si spande senza chiedere permesso;
profitta di giustizia insonnolita.
Frenetico e sbuffante, il treno avanza:
da tempo e fato fummo già traditi.
Il sale inonda i campi di speranza,
cemento sui ricordi demoliti.