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L'urlo del passato

Le terre desolate,
lande in cui la speranza non fa più ciao con la mano,
ghiacci che sussurrano offese alle orecchie di tutte le piante
e volti che cambiano.

Il cavaliere mezza testa cerca sempre,
fiato sul collo dei grandi uccelli neri e forza al cavallo.

Seneca, vai sfreccia nel tempo e non aver paura!

Nessuna paura per i mali che hai dentro,
nessuna paura delle porte ormai chiuse.

I fanghi e le sabbie lontane aprono varchi fino in cima al presente
ma sono solo apparenze,
niente di più di parole da bar, davanti a birre calde e tavolini congelati.

Gemelli,
luci e ombre,
detto e fatto,
chiavi.

Respiri presi e aria che proprio non poteva restare fuori dai polmoni,
che voleva entrare ad ogni costo, prendersi il suo spazio.

era il mio.
Suoni e preghiere tra l'abisso e il mare di possibilità.

 

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