Ella galleggiava
nell'aria tumultuosa
da ampio velo spiava
sagoma oscura e paurosa
non piedi e non ali
la tenevano in alto
ma parea che camminasse
nell'atmosfera ripiena di mali
le mani non aveva di pelle
ma di ossa
e corpo era nascosto dal mantello
il volto in ombra lasciava trasparire
occhi furenti rossi come bracieri
che fendevano il buio come le lame
che d'essa portarono immagine nel mondo.
Nella mano ossuta e ria
forte stringea un'oscura falce
che dal tagliente pareva emanare
un'aura tetra che spacca l'anima
in due parti, una vivente
e una perdente...
Si volse sentendomi i passi fare
quell'ombra sinistra e mostrommi li occhi
che'l gelo intorno pareron fare inferno
e incominciò con voce rocca
a cantarmi la sua filastrocca:
- Retro volgiti e fai dei passi
che per quanto tu possa pregare
di qui non passi
questo è il confine tra la vita e la morte
e io sono messaggero dell'ultima
e tu della prima a quanto pare
implora, grida e piangi forte
tu sei in presenza della mietitrice
che porta alla Morte!-
Ed io che m'ero il cuore riempito
di speranza or si fece timore
anzi terrore per esser esatto
che io a quello sguardo tratto
presi di voce pieni i polmoni
e rispuosi così alla cupa balzacca:
- Abbi il tuo regno o cupo
messaggero
a me non importa chi sei d'avvero
la mia unica speranza è questa via
e di essa tu non mi farai sacca,
ma dimmi oh, di morte immagine
e suddito fedele
perché questo gelo e perché la tua esistenza esso lo face-
Ma prima di rispondere mi fece questa
frase che in me accrebbe di tutto il terrore
"La cosa più fredda nell'uomo è il cuore"