Non conosco il latino e sarebbe apprezzabile, se lo vuoi, potrebbe essere piacevole tradurla nelle note rendendola accessibile a chi non ha studiato questa lingua. Capisco però anche dal commento di Chira che è una poesia dove Roma (caput mundi? - ritengo questo tipo di definizione abusata troppo da noi itliani intrappolati in una storia passata- pensansiamo anche ad altre incredibili altri capitai del mondo, senza nulla toglire niente alla sua magnificenza)apre le braccia al mondo. E in questo senso la generosità dei romani, oramai al limite della sopportazione, come tutte le città italiane, da parte di alcuni, nei confronti degli stranieri. Comunque il latino ha una sonorità speciale, e concordo con Chira nel commento.