È lampante
lo sfasciume del lago
alberi coricati
quasi sradicati
dove corvi impossibili
cantano
un canto stonato
penso alla luna
che si affaccia tra i rami
sale un vapore, la sera
che è nebbia al mattino
Sei tu che chiami
e quasi mi riporti alla vita
guardavo i gerani
sul davanzale
ancora rossi
specchiarsi nei vetri