Alcune mattine,
quando non avevo voglia
di andare a scuola
mi nascondevo in un piccolo
e puzzolente edificio
abbandonato.
Erano mattinate noiose;
quel buco era troppo,
davvero troppo buio
per poter leggere qualcosa.
Scrivevo senza guardare
il foglio e consumavo,
sempre per noia,
quantità industriali di sigarette.
Sussultavo, poi, ogni volta che
udivo uno strano rumore.
In quel buco avrei potuto incontrare
chiunque.
Drogati, ubriaconi o pazzi.
Tutta gente che avrebbe pagato
per un simile posto.
Restavo lì per almeno
cinque ore, poi, tornavo
a casa.
Erano ore piene di noia
ma: "è meglio della scuola"
dicevo.
Erano ore di noia dove;
tra una sigaretta e una
poesia, creavo mondi
di fantasia e vivevo
una malata moltitudine
di storie all'interno
della mia testa.
Mattinate noiose, inquiete
e puzzolenti.
Fidatevi, mi sentivo a casa.