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In morte di Franco Califano

Te pija fin nei visceri sta vita
che è forse un po' noia
forse pure un po' troia
ma se legge sai
tra le righe della sua follia
sempre ce trovi
na virgola de incantata poesia.
Le donne che più forse ho amato
sso quelle che dopo poco
ho lasciato e dimenticato
ma d'ogni donna de cantà restava
a bellezza che pur se l'amor finiva
mai sfioriva.
Sso morto con l'orgoglio dentro ar petto
d'aver avuto ppe compagno
un passato coperto d'oro
anche quando me fu maledetto
non escludo il ritorno
de quella purezza,
fate che incrociaste li baci miei,
de quel lume ardente come un forno,
che me riporterà ad amavve
proprio come er primo giorno.
Un nome seppi dare alle illusioni
di cento nomi
scelto ho quello di canzoni
"ragazzo per le strade di quartiere,
con un penale tutto da pulire".
Ce sta una nota pura
nella punta d'ogni matita,
bella come na serenata mai ascoltata
seducente
coma na bella tavola imbandita.
Sso Franco, Franco Califano,
dove ce sta de amà un fiore de femina,
ce troverai sempre er canto della mia mano,
da cui germoglierà
come er volo incantato d'un uccello,
er respiro avvolgente,
d'un immortale stornello.
Ciao Roma,
grazie d'avermi amato
forse più de quanto sia riuscito ad amatte,
nun te so dì, ora,
dove sto davero,
ma te so dì
che te porto per sempre nel mio pensiero.

 

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3 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 25/07/2013 22:38
    Roma è bella come la vita, ti prende e ti coinvolge come il mondo... e poi ti butta via.
    Ma non è er core de Roma a buttarti via, ma quello de li papponi sempre pronti a cavalcar er pecunio!
    Buonanotte gente e quanno avemo dato num semo più nessuno.
    Ciao Cristiano.

3 commenti:

  • Anonimo il 26/07/2013 06:32
    I chi non era un estimatore di Califano Cristiano!
  • cristiano comelli il 25/07/2013 22:45
    Grazie, Salvatore, solo non ho capito, eri un estimatore di Califano oppure no?
  • cristiano comelli il 25/07/2013 22:29
    Dunque, intanto mi corre l'obbligo di chiedere scusa a tutti gli amici romani per le inevitabili imperfezioni insite nel mio romanesco; "nun ce dovevi proprio provà" qualcuno potrà dire, e avrebbe magari anche ragione. Ma Califano è stato Roma e Roma ha abvuto una parte considerevole nelle canzoni di Califano, alfiere dell'avvolgente fascino della poesia. Vita avventurosa, la sua, che proprio per questo ha saputo infondere al suo mondo poetico variegato un che di particolare armonia e leggerezza. Tante sarebbero le sue gemme da ricordare, ovviamente qui ci si può limitare soltanto ad alcune, dalla celeberrima "Tutto il resto è noia" a "Non escludo il ritorno" fino a due gioielli che ritengo proprio tali, ovvero "Napoli" e "La nevicata del 56" scritta per Mia Martini, ambedue portati al festival di Sanremo, da lui in persona nel primo caso, dalla formidabile Mia Martini (un abbraccio anche a lei)nel secondo. E poi l'ultima apparizione sanremese, "Non escludo il ritorno", frase che ha fatto scrivere anche sulla sua pietra tombale. Non devi tornare, caro Califano, tu ci sei sempre, con quella poesia che hai amato e ci hai fatto amare. Un saluto.

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