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sinistri presagi

Come vorrei essere quel muto pensiero
che alberga nei tortuosi andirivieni del tuo tumultuoso carattere.
Una frase,
uno sguardo improvviso,
un sospiro casuale,
bastano a rannuvolare un cielo sereno,
a distruggere la staticità di una calma apparente, irreale.
Nel assordante mutismo di chi non ha più nulla da dirsi,
parlano solo i sinistri presagi di una prematura resa alla vita.
Nulla e' più fine a se stesso,
ma tutto rientra nell'assurda,
irrazionale logica dell'odio e del sospetto.
Ciò che emanava profumo,
ora impesta l'aria col suo fetido afrore,
ciò che fioriva di gioia in esplosioni multicolori,
ora appassisce di disperazione,
nel gelo dell'indifferenza più totale.
Come vorrei essere quel cruento dolore
che ci costringe a guardarci senza vederci,
a parlarci senza capirci.
Forse solo così potrei realizzare il perchè
della fine del nostro amore,
il perchè ciò che un tempo illuminava le nostre giornate
ora le riempie di disperazione e solitudine.
Come vorrei essere solo un ricordo di me stesso
e perdermi per sempre
nella fredda indifferenza di un mondo
al quale regalo il mio patetico soffrire.

 

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