Avremo per compagne fole arcane
come di chi non guarda più al domani,
e sentiremo nelle nostre mani
il senso raggelato di ore vane.
Rimarranno i riverberi e i sentori
delle ore vissute con l'inganno
di credere improbabile l'affanno,
ebbri di vita e di innocenti amori.
Dopo i fremiti ciechi e gli entusiasmi
tocchiamo, riflessivi, lo scontento
del giorno che si spegne con lamento,
e la notte presenta i suoi fantasmi.
O sole, quanto caldo era l'abbraccio
e l'empito dei giorni giovanili,
quanto dolci i profumi femminili
sul cui silenzio, mesto, ora mi affaccio.
Dammi un'occhiata, l'ultima, se credi,
sicché il ricordo infiammi ancora il cuore,
e senta stordimento per l'odore
dei sentimenti a cui chiedo i rimedi
che colmino ogni vuoto e ogni timore.