Davanti a te comprendo
che sono meno di niente...
Rapisci il mio pensiero
crei ammutinamento
nelle stanze auliche
della mia futilità.
Alzi una brezza lieve
che ammorbidisce i sensi,
mi sveste del superfluo
mi adagia così ... nuda
tra le tue onde lievi.
Abbandonata e vinta
sono alla tua mercé!
Sensazioni di forze
scatenate o silenti.
Un abbraccio potente
mi tiene ferma qui...
in attesa di eventi.
Alla fine, costretta,
urlo il tuo nome
"Mare!"
Acqua a distesa
madre sacra,
mia divinità!