Scintillano in mistica adorazione
colori dal grembo
di tavolozze gravide eppur vergini,
baio fiero e ingovernabile
è questo pennello che fruscia
di ancestrali e graffianti intenzioni.
Scalpita nervosa
la dama incomprimibile della fantasia
le tele ardenti s'abbeverano
a prische intuizioni
s'agitano forme inesplorate
a guisa di estasianti odalische
cosa mai sarai, vita,
maledire di dipingere,
o dipingere perch'un volto abbia
il drago fumante della maledizione
del vivere senza comprendersi?
Lucidi si scorgono,
i visi della povertà
racchiusi in innocenti mangiatori di patate,
fratello mio,
mio amato salvagente di cuore,
perchè si respinsero d'un tratto
le avidità di sentimento delle nostre rive,
in due anime divise,
come il ponte di Langlois?
Vi coccolerò
prometto,
iris e girasoli
nati perchè io vi reinventassi
in nenia cromatica
di purezza e incanto
voi soltanto, lo so
decifrare saprete
le parole irregolari eppur soavi
del vento che vi è mantello;
sorridi,
piccolo caffè
tra le labbra di Arles nascosto,
diadema di provenzale freschezza
il mio genio comprimere non saprai
fetido eppur adorato manicomio
dove i miei pennelli
si riconobbero qual laica preghiera.
Parabola di inesausto cammino
s'offre il seminatore nei campi
solitudine che svergogna solitudini.
Arte che umilia
la velocità di anni incomprensibili
è questo servo e padrone
d'una pittura
che foce ha e sempre avrà
nei ruscelli spezzati
d'un animo odorante di inquietudini.