La sua meritoria poesia richiama alla mente nientemeno che uno dei primi documenti di cui si abbia notizia della letteatua italiana, ovvero "L'indovinello veronese" che così recitava: boves se pareba, et albo versorio teneba, alba pratalia araba et semen negro seminaba. Un paragone appunto tra l'aratro nei campi e i segni che la scrittura lascia sul foglio campo. Rivisitazione di un documento ultrastorico, nientemale. Cordialità.
Mi trovo in sintonia con questa descrizione della nascita di un componimento. Un pensiero si fa inchiostro, germoglia sulla carta e fiorisce tra poesia e prosa. Complimenti.