Non mi è dato
comprendere il perché del mio respiro
esser gemello del mio battito,
mi è data si la brama di sfamare i miei pensieri
con ali d'uccello,
alti volare li vedo oltre il mio tempo,
mentre gli artigli restano impigliati nell'abito di carne,
tessuto sgualcito fumante di polvere al vento degli anni,
ora che già alle prime rughe
rammento dentro il felino che osa scattare
al primo passo d'ogni scaltra gazzella,
o al serpente di budella che stritola la rabbia
che la gola non sa urlare.
Continuo da umano,
convinto che questo dono sia anche prigione,
pur quando sicuro di brandire le chiavi della libertà
o ignota cagione.