Matura ancella sei per me,
e io brusco acerbo,
aitante corteggiatore all'aspetto tuo.
Si signora mia,
eppur sintonia, tanto ciglio,
ideale palpeggio.
In te veder dovrei frutta matura,
accantonata, archiviata.
E in me tu un semplice goffo
fanciullesco quotidiano.
Ma il tutto vanifica,
si signora mia.
Siamo il dessert che entrambi ordiniamo.
La derma vissuta tua,
l'odore di femmina compiuto,
paradiso tra gli steli tuoi,
fessura da gioire.
Si signora, da esultare e fruire!
Da consumare ancora,
più di quanto robusti passati
han fatto su te.
Schiavo di te.
E tu prigioniera del mio
verde scettro fisico,
si signora.