Il suo fascino era una penna
un po' d'inchiostro virtuale,
roba moderna non migliora, ma non fa male.
Un grande vuoto di pomposo studio
inutilmente cercato come freno
a quest'insolubile teorema:
" La vita è una creatura estrema ".
Lessi sulla rete che letteratura è malata,
nessuno m'aveva avvisata!
Avrei chiamato il medico dei versi,
quello che all'occhialuto segaligno
diede bustine per togliersi di mezzo,
per burlarsi poi tra amici
di chi del biscotto gettò il dolce,
lasciando che poesia fuggisse
dietro all'ultimo disperato,
che per un orgasmo con lei s'è lacerato.