Sul mondo il cielo da sue nubi attorte
riversò un aer di tuono e nera pece,
come un folle marciar di bestie alate;
e subito dal basso eco gli fece
la terra con le fauci spalancate
a frantumar città, selve e pianure,
quasi a scoprire chi ruggìa più forte.
Ghermirono di tutte le misure
creature e piante, e alfin gli inermi umani,
trombe marine in sconfinate flotte;
nel mentre si fuggivano lontani
piangente Luna e il Sole allucinato,
sicché i dolenti avanzi del Creato
non scaldò il giorno né abbracciò la notte.