Nella fatica concerti di parole,
farfalle di sogni da gettare in fronte al sole,
sorriso abbozzato dalla timidzza
che a germoglio bacia la pianura,
lo scavo già maturo d'un volto,
che angoscia non conosce nè paura.
Il riso dama d'oro s'offre a dita
ch'a innamorarsi dei gorgheggi dell'acqua
qualche ombra di Dio addestrò;
coglievan le mondine il supremo frutto,
e il giorno sembianza avea di preghiera,
braccia di madri, sbocciare di figlie,
rilucente semplicità
delle autentiche famiglie.
Ardeva la campana eccitata della chiesa,
del sudore che il tempo serbava
tra orologi che ricamavano purezza
e i vestiti raggianti della festa
che a ricamar andavano
una primitiva eppur nobile tenerezza.
E le mondine coglievano il riso
e sentivan la carezza del Paradiso
cocchio era il vento che il richiamo portava
del vecchio e fiero casolare
dove il fuoco del camino
insegnava ad amare.
E coglievano le mondine
il respiro ribolente del riso vergine,
calli robusti tra mani mai dome
storia d'ognuna in ogn'altra specchio.
Sicure viaggian sul binario della vita,
tra sentimenti forse mai nati
e intarsi di indecifrabile dolore.
e quando l'ora giungerà
del riposo di sempre,
della loro umiltà dorata
sempre risuonerà il fiore.