Su cristalli poco trasparenti
fra sere fiacche
si tingono i venti fermi
fra loro raminghi ed effimeri
Legati fra loro,
al longherone d'unico tetto
a sostenere ogni cosa al mondo
Accantono il soffio
insonnolito fra l'assillo
e come falda remissiva netto
quella scaglia di rugiada
che straripa di sogno
È vento che mostra
l'ordinaria danza
il giungere delle cose
immaginate e mai pronunciate
umili e fallaci e
rimestate fra loro a
risorte nel domani e negli occhi