Dissimulerò il dolore,
di venustà solo rievocherò.
Di pensiero virile, folle, estroverso
i sentieri ripercorrerò.
Mi riunirò al pascolo dei passanti,
all'alienato andazzo dell'arzilla trasparenza.
M'arriverà quel momento,
cosi dicono loro.
Occulterò gli incagli,
l'argine si diluirà.
Lo sgomento disperderò,
mai più smarrimento nell'usuale avvedrò.
Lascerò alla sapidità della turbine
trasportarmi, trasformarmi.
Sfacciato ritornerò,
scingerò l'ancora dell'apprensione,
verso il sollazzo esulerò.
M'arriverà quel momento,
cosi dicono loro.
Di prodigio m'accenderò,
scintilla rivivrò.
Paglia che solo allumata voglia essere.
Verseggiatore burbero qual ero,
il pudore l'atterrerò.
La giuliva e ilare scapestrataggine
m'assalirà, giocondo ammaliatore
di dolcezze succulenti ridiverrò.
M'arriverà quel momento,
cosi dicono loro.
Ingrato è il presente dico io.
Che d'indugio mi fa vivere,
nella velata, vile dimora che m'ha creato.
Cosi mi dice lui.