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Vergogna del vivere

Figlio d'un tempo mascherato,
nemico d'un destino avverso
che smembra lacrime
con generoso impegno.
Specchio infranto
su ideali di melodie assenti.
Si stordisce l'incanto
nel crucciato subbuglio di un cielo
rannicchiato in un angolo cosciente dell'anima.
Sfuggente e sconosciuto angelo
sulle vie d'un arido deserto,
che pace non trova.
Vuote le mani strozzano i rimpianti,
strazio che lamenta i se e i forse
d'una vita prestata e non concessa.
Burattino nel paese dei balocchi,
maledetta anima senza riposo
che striscia tra riverenze e ammirazioni.
Ma quanto alcool ancora devo rigurgitare
per dire a questa vita
hey puttana t'ho vissuta?
Quante cazzate ancora devo inventare
per evitare d'essere sputato
nel piatto dove ho mangiato?
Quante domande ancora
la mia voce stanca deve urlare?
Fino a quando,
bastardo ventiquattrenne,
devo implorare la mia morte
perché questa vita
mi lasci realizzare una famiglia
e non la vergogna d'essere nato?

 

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1 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 19/11/2013 13:22
    Una palese denuncia verso una realtà che non permette all'essere umano di realizzarsi pienamente in ogni campo della propria esistenza. Resta emblematica la chiusa che rivela l'urlo di rabbia dell'autore :
    "perché questa vita
    mi lasci realizzare una famiglia
    e non la vergogna d'essere nato?"
    Per concludere, concordo con il giudizio di Caterina Russotti : versi da apprezzare.

1 commenti:

  • Caterina Russotti il 18/11/2013 22:58
    Un urlo che rivendica la sua dignità... La dignità di un giovane che vuol costruire il suo futuro.. Bella complimenti... Versi che ti fanno onore.

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