Non sono un ragazzo di strada:
mai manca il calore d'un letto
d'accogliermi al dolce riposo
nell'ora che meglio mi aggrada.
Mai soffro, tra i vicoli angusti,
sul capo e sul pallido petto
i colpi del cielo piovoso.
Ma piango, e ben so che tra i giusti
indegno si sgola il mio pianto:
non mostra il mio corpo nutrito
del martire i lividi scuri
né vesto gli stracci d'un santo.
Spettrale si fa il patimento,
poiché anche se vago smarrito
nel limbo dei giorni più duri,
di fame m'è estraneo il lamento.