INDARNO FU ABBANDONARE LA POESIA
La cacciai fuori dalla porta
la Chimera,
che nei versi spera.
La cacciai tanti anni or sono,
quando era giovane e bella,
quando ero stupidella,
di quelle che chiunque
può mettere in padella.
La rima è ballerina,
con la sfiga non si gioca,
non c'è maschera,
non c'è posa,
non c'è bravura nella strofa.
Così tutto quello rifiutato
nel mio piatto ho ritrovato
e le spezie che ho usato
la brutta lingua han bruciato.
Questa è una canzone fnta,
non c'è musica, non c'è spartito,
solo quel fottuto dito
che la sorte ha ben piantato
in quel luogo un po' irritato.
Scuro, piccolo e superbo
lo concedevi assai poco,
un gesto estremo di un momento.
Palesato da bizzarro vento
in faccia al mondo fu sbattuto
e lo ritrovasti ignudo, povero e
avvilito in balia di un dito,
che la sorte ti ha assegnato,
storto, grosso e tozzo
e urlare non ti serve
a dimenticare la coscienza.
Resta calma,
apri la porta e chiama
chiama forte la Chimera...
sì, sì quella...
che nei versi spera