E ancor mi vuoi vedere:
ti garbano le sere
con gli occhi gonfi e pieni
di lacrime sconvolte,
le eterne giravolte
di una storia bizzarra?
Che chiedi, cosa ottieni
da un faro senza notte,
da una sorda chitarra
con quattro corde rotte,
solo una per sognare
e l'ultima a negare?
E ancora - poveretta! -
hai gioia nel secondo
in cui m'apri il tuo mondo,
senza dubbi o vergogna.
Al verme la carogna,
sul fior la cavalletta.
Rimani e non pretendi
un bacio, una carezza,
ma sempre ti sorprendi
nell'unica certezza:
che m'odio quando vivo,
che t'amo quando scrivo.