Grande sei davvero.
Gioco facile di noi facesti.
Sofferenze e carestie
ci doni a ogni epoca
e ci imponi ubbidienza.
Perché dovremmo assecondare
un Dio che di noi si burla?
Ricatto sempre aleggia sulle labbra tue,
di fare i muli ci imponi
che al fin di tutto premio non c'è,
e dimmi, oh Grande,
perché dobbiamo soffrire?
Come leoni plasmarci non potevi?
Che di ruggito fossimo padroni?
O come pecore donarci mansuetudine
che risposte non cercavamo
a sofferenza nostra?
Mi rispondi che in croce sei stato
per redimere peccato nostro?
Bugiardo!
Noi frutto siamo di gioco tuo,
sapevi e, come ninnolo vuoto,
ci hai lasciato a morire in mente nostra.