Spettabile consorzio umano
ho preso luce in pieno boom
una mattina di maggio alle prime luci
dove il toro ascende il segno dei gemelli.
Ultimo di sei mi hanno acclamato in coro
ma a tavola non c’era spazio per dire nulla.
La prima a mancare fu la maestra
e a seguire gli antichi parenti
fino allo zio che ho visto steso nel letto.
Lo guardai come fosse il primo morto
mentre in realtà ne avevo fatti fuori parecchi
con la pistola di lego.
Venne poi la piccola giungla
e l’età delle fate da grandi
quelle che non ti fanno mangiare
e nemmeno dormire la notte.
E l’amico perduto per strada
gli anni spesi a sognare
e quelli caduti a precipizio
nel fondo più fondo.
E la risalita laboriosa e lenta
con l’angustia sempre di cadere.
Così mi ritrovo oggi
a chiedere assunzione a questo cospetto
che a volte mi pare ancora lontano
e forse tale resterà fino a quando
sarà tempo di porgere distinti saluti.