Recondito insulto riecheggia
in storditi sensi
di colpa
per un amore
di chiesa e letto
di madri-figlie esuli dall'incesto
carni morbide da ingoiare
di te grande Orientale
del tuo sguardo che giungeva a tratti
profondo eco del tuo
tremito, io non lo reggevo e
m' inabissavo.
Ah prenderti come i tuoi occhi m'imploravano...
il tuo corpo chiuso nello sdegno
vorrei animare con l'affetto
ma combatto con la vergogna di me
a te pensante e
mi cosparge la paura
dell'amante.