L'assassino
ed il santo
avevano le mani macchiate di sangue
la legge
chi per castigo
chi per amore
li aveva condannati
lì
a vivere in una cella
nelle notti di luna piena le sbarre della piccola finestra proiettavano sul loro soffitto la stessa croce
l'uno
camminava sprofondando in un cortile d'ombre
l'altro s'elevava in un giardino di sole
l'unica compagna
era la solitudine
impietosamente
li leggeva dentro
quando si lavarono le mani
alla fonte
dove i ricordi diventano luce
entrambi scoprirono di avere una festa dentro
furono scagliati in particelle di eternità contro la vetrina del tempo
demolendo le mura di polvere della loro prigionia
l'autore Vincenzo Capitanucci ha riportato queste note sull'opera
Il sangue sulle mani del santo possono essere stigmate o il sangue che ha raccolto dalle mani dell'assassino... facendolo suo..