È di te che vivrò,
nel mio cuore le tue promesse
il verziere più ben custodito,
i suoi frutti le gemme dell'incantevole
mio a te.
È di te che mi nutrirò,
la gaiezza di ogni tuo sorriso
come il mio pascolare quotidiano,
sublime il decoro del tuo volto
che sarà mio fido pastore.
È di te che leggerò,
poiché dell'amore
ne sei impareggiabile tempio,
mai usurpato
da un respiro d'odio.
È di te che vedrò
il prodigio del movimento,
l'aggraziato sussulto
del canto
nel porgermi la tua mano.
È di te che racconterò
a me stesso,
a quell'istante
che solo il più bel ricordo
per me sei diventata.
Perché le mie lacrime
mi parlano,
parlano
e riparlano
soltanto di te.