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Di là, da Giulia

Sono di là
da
Giulia
le calendule in fiore.
Le bianche malinconie
di borotalco
da sublimare
nell'incedere
dell'ora
cedua
ed
esiziale.

Giulia è nelle sale d'attesa.
Negli occhi delle case.
Nell'ugola
pendula
che cola
la sillaba tonale
a consolare
una vita tremula.

Giulia
s'accoccola
nel suo bozzolo
di lanugine,
crisalide in divenire,
con un ricordo
che freme
e tutto spiana
nel ventre della notte
che s'addipana.

Di là, da Giulia
si staglia
lattescente
l'infiorescenza del primo albore.
Sono di là
le terrazze
del bel vedere,
dov'è quasi festa,
ma non c'è posto.
Cambia la visuale
di un punto di vista
che si sposta
nell'asserzione
ch'era
Giulia
prima
quand'era
Vale.

 

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