Sirio, Vega, Alfa Centauri, Aldebaran, Antares
e mille, mille altre stelle nel cielo,
quel cielo che era un dio, UR AN, per i Sumeri,
ANI per gli Hurriti, da cui deriva l'anima cioè
ANI MA, "generata dal cielo",
quel cielo così fittamente ingioiellato
è pura bellezza, magia, vertigine,
appare come insondabile ma incrollabile certezza
nella nostra provvisoria e caotica esistenza.
Ma l'inganno è universale.
L'impalcatura è sospesa sul vuoto.
Le stelle che guidano i nostri sentimenti,
che ci bisbigliano i versi da scrivere,
che brillano più intense nella felicità
e ci accarezzano tristi nell'infelicità,
non sono lassù dove le vediamo.
Dove si trova, se esiste ancora, Antares
i cui raggi impiegano 600 anni luce
per arrivare ai nostri occhi?
È un'illusione, una lusinga, un miraggio
eppure
non sufficiente per toglierci
la speranza,
la capacità di stupirci
e soprattutto quella di amare.