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L'Albicocca

Un'albicocca
nata
su una pianta di amarene
sarà
sempre derisa

Lo so
Ti hanno dato una pistola in mano
e
Ti hanno detto se vuoi sopravvivere spara

non Ti parlo di un lontano campo di battaglia

ma
dell'oratorio
dove Ti sei sbucciato il credo santo delle ginocchia giocando a pallone

della scuola
dove Ti hanno insegnato a memoria a non leggerti nel cuore

della strada
quella dei consumi delle macchine delle violenze incontrate dietro ad ogni angolo dove la luce dei riflettori per un attimo spariva

delle fabbriche
dove ogni giro di bullone corrispondeva all'automatismo di un giorno perduto
e
degli uffici dove gli orifizi e gli ori finti sono di carriera

Nel nostro più quotidiano vivere

il grilletto
a suon di "Salve come stai"
è stato premuto più volte fino a scaricare il caricatore

ora ragazzo mio
conosci il vuoto del porto

il gelo dei ghiacci

e sai cosa vuol dire scendere a valle in compagnia di un torrente di lava incandescente

Ah
potessi ancora tornare nel sonno profondo dove ogni alba infiltrandosi in luce sotto la fanciullezza delle palpebre

ha ancora il sapore e la dolcezza di un'albicocca

 

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4 commenti     4 recensioni    

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4 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 06/04/2014 20:36
    Oltre la poesia... il sapore e la dolcezza dei tuoi sentimenti...
  • Anonimo il 06/04/2014 11:37
    La cocca dell'alba, accudita e cresciuta a pane e coccole, divenne giallo rosea, pure un po' rossa come la Roma, e fu subito albicocca.
    Ma le ciliegie, dispettose e rosse dalla rabbia, fecero di tutto per isolarla e per farla sentire diversa. Per fortuna che l'albicocca, ricordandosi d'essere stata, da sempre, la cocca dell'albi, ebbe un moto di autostima e pensò ch'è meglio essere soli, belli, veri e diversi, che essere in tanti, uguali e spesso bacati, col verme dentro.
    A qualcuno la sua albicocca e ai più le proprie cerase.
    Ottima Vincé!.
  • roberto caterina il 06/04/2014 09:03
    Belli questi tuoi confronti tra alberi dove albicocche ed amarene sembrano non reggere il paragone con se stesse e con qualche altro albero -maestoso e forse più famoso- che è lì vicino. Lo so che questo non è il senso di questo tuo poem, ma è una immagine che ho avuto... Il vuoto del porto può essere anche la mancanza di un ciliegio fiorito. Buona domenica.
  • Anonimo il 06/04/2014 06:52
    L'albicocca nata su un albero diverso dal suo è come un uomo diverso dagli altri e per questo viene deriso e per difendersi deve sparare in un mondo dove c'è solo il vuoto, il gelo e si scende a valle in un torrente di lava incandescente.
    Le tue poesie, oltre che belle, sono profonde e inducono a riflettere su questo nostro mondo.

4 commenti:

  • Alessandro il 06/04/2014 22:13
    Un pezzo di natura solitaria in mezzo a costrutti umani, un'ambientazione quasi dickensiana. Bella
  • Aldo il 06/04/2014 18:49
    tenera, carina e soprattutto interessante, soprattutto perché ricca di espressioni come una tavolozza dei più sgargianti colori. Mi hanno affascinato particolarmente : " il credo santo delle ginocchia" e, impareggiabile: "la fanciullezza delle palpebre". Le tue composizioni, se ricordo bene, sono una costante aspirazione - inconfessata? e vagamente straziante - a quella dea bendata sull'avvenire, ch'era la ridondante fanciullezza. Complimenti davvero.
  • karen tognini il 06/04/2014 09:43
    ora ragazzo mio
    conosci il vuoto del porto

    il gelo dei ghiacci

    e sai cosa vuol dire scendere a valle in compagnia di un torrente di lava incandescente

    C'è tutta la tua sensibilità, tu sai guardare oltre...
    Meravigliosa Vincenzo...
  • LIAN99 il 06/04/2014 09:22
    Semplicemente stupenda. Hai saputo penetrare il senso della Vita, lasciato ai margini della quotidiana frenesia. E ci hai ricordato la preziosità della nostra originalità. Apprezzatissimo.

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