Ci si nutre di similitudine,
pare che la carne di nostro fratello
sia più gradevole e se urla ci si compiace.
Capita sovente di vedere
resti di femmina
pencolare sbilenchi
dalle fauci di una consorella.
La difficoltà mette fame,
toglie ai ricordi l'incanto
perché la fragranza del pane fresco
non si può immaginare languendo.
C'è bisogno di mangiare, di godere
e allora ci si torce contro se stessi.
Perché cambia l'idioma ma l'idiota resta:
il povero sconfitto, la femmina stuprata.
Il film è questo inutile fantasticare
E chi sopra di noi si accinge a mangiare
Non teme guerre.
Non teme nessuno.
Perché il popolino non imbrocca la via
quella che unisce le mani,
quella che si percorre insieme.
Il pianto di un bimbo
Non ha colore,
non ha odore
e neppure un buon sapore.