Sbarre, sbarre a separare dalla strada infida
ma anche ad imprigionare gioie ed emozioni.
Posi le zampe scorticate dall'attesa
su cumuli di ferro arrugginito,
sperando di vedere in un sorriso
la mano che ti strappi allo squallore.
È nei tuoi occhi che si legge la tristezza,
occhi che hanno visto fame, freddo,
spesso percosse immotivate e dure
e catene a stringere il tuo collo.
E a te che ci sei nato in un canile,
a te che sei rimasto in un cantuccio
aspettando una carezza ed un abbraccio
vedendo andare via compagni fortunati,
a te che ormai sei vecchio e senza più speranza
a te adesso va il mio pianto soffocato
per una vita vissuta senza affetto.
Angeli mandati da un Dio buono e generoso
hanno alleviato i tuoi affanni e le tue pene
offrendo una carezza e un pasto quotidiano.
Forse sognavi prati verdi e farfalle da seguire,
forse sognavi mani piccole di bimbi sul tuo corpo,
forse sognavi di esser preso in braccio
e poggiare il tuo muso sopra un petto,
ma di notte ci son solo le stelle su nel cielo
ad accoglier le tue lacrime di sangue
e guaiti ogni giorno più sommessi.