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A Mara

Conoscevi la mia passione filologica,
la mia mania, il gioco, l'ossessione
puerile che si cela dietro il voglio
scoprire il senso d'ogni cosa, d'ogni
verbo, parola, rito, convenzione.

Mi piaceva insegnarti che semaforo
vuol dire portatore di segnali,
che megafono è grande voce e invece
microfono è piccina. Mi piaceva
dirti che Spagna è dove cala il sole
perché nel greco hespèra vuol signi-
ficare sera. E che mattino è hemèra.

Ti divertiva chiedermi tra i tanti
amici tuoi "che significa quello?
E maiale? E tricheco? E fai sul serio
Che ombrello proviene dal greco?"

Molte etimologie le conoscevo
per davvero, alcune altre le inventavo lì
per lì, per fare una bella figura
e perché ti piaceva indicare
di chi ti eri innamorata tanto
di quanto ero intelligente io rispetto agli altri
di quanto quasi non mi meritassi

tu. Amore mi manchi e nonostante
sia stato io a lasciarti andare
ora mi sento smarrito e smarrito
sta a significare privato di Mara.

 

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