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Giovenil canto

Vagabondo di gente in gente, perso
in me stesso, nella musica, errante
in città, ma della Terra abitante:
ho coscienza di non esser diverso.

Son un fanciullino, nell'età immerso
più giovane e spensierata, sognante
d'un mondo nuovo, d'una idea vagante
ch'ammira il mare, l'uomo e l'universo.

Quando mi chiedono del mio futuro,
sono solito sorridere, innocente,
ad un dubbio che mi dà sicurezza:

quando sarò io a porlo con tristezza,
quel mio futuro, vecchio conoscente,
m'avrà negli occhi come un ermo muro.

 

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1 recensioni:

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  • Alessandro Cicala il 27/06/2014 13:32
    Molto carina, profonda, ammirevole

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