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La gatta nera e il vecchio

Stanco s'alzava il mattino il vecchio
lentamente pigro poi scendeva le scale
in attesa di lui nello stanzin la gatta
e di quel prim ghiotto boccone se ne stava,
lieta mangiava la gatta e gli sorrideva
e del vecchio il viso si rasserenava
e quel suo stanco sentir s'allontanava.
Già semisonnolenta la sera era la gatta
e in poltrona allor stava seduto il vecchio
oh quante tante volte prima di dormire quella
al suo comando alle ginocchia sue s'accucciava
lesta e felice in attesa del sonno e del mattino.
Morì la gatta, vennero poi sere vennero mattini
la stanchezza rimase spariti alle ginocchia i salti
or quel povero vecchio solitario sol vive di ricordi.

 

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2 commenti:

  • bruno guidotti il 10/07/2014 21:27
    Sai, anche io avevo una gatta, e un mattino se ne è andata. Di lei ricordo le sue fusa e la sua umanità, si umanità una virtù che non ci appartiene. Comprendo intimamente il tuo racconto, o la tua verità, non lo so. Comunque una bella storia, in buone rime.
  • loretta margherita citarei il 10/07/2014 14:59
    gli amici animali sono come persone di famiglia e quando se ne vanno lasciano un vuoto incolmabile, bella poesia, ciao poeta!

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