Quelli che entrarono nella mia casa,
stanchi dopo il lungo pellegrinare, assetati e coi pensieri distorti
trovarono luogo di pace e gioia
nella cura delle mie mani
Come il ventre di una madre
ho nutrito i loro corpi
avvolto le loro anime
finchè di me non rimase che il sorriso scarno
di uno scheletro
Fui la cura di chiassosi capricci e disperati bisogni
luogo di prostituzione e misericordia
Ma per il mio cuore
chi si è afflitto?
Versa per me il vino più dolce,
così inebriata
sarò pronta a ricevere il mio salvatore
Che Dio mi liberi dal mio destino di schiava
e mi renda Imperatrice