Di qual primigenio respiro antifascista
ebbro mi nutrii e mi cesellai
chè la libertà scorgersi potesse
cavallo baio profumato
d'un indecifrabile eppur fascinoso avvenire?
Lettere che l'acre odore serbano
di sbarre che mi ferirono
pur senza umiliarmi
sol voi sapete qual volto possieda mai
il morire di chi crede
nell'incomprimibile ascendere dell'uomo
nel lucente manto avvolto
d'una compiuta democrazia.
Quanto lontana sei e a me ti rivelerai
dolce conchiglia Ghilarza
e che ne fu di te
adorata Julca
che il timido tepore dei miei baci
potesti sol sognare senza assaporare
e in qual modo cresceste,
Delio e Giuliano,
fiori di cui ebbi rivelato il profumo
sol in un fascio indistinto di parole?
Qui nel carcere dove indomabile rantola
l'innocenza mia di pensiero e di ideali
libri e giornali brillano tra le mie mani
ombre di un disio mai sopito di cultura
che i graffi del tempo svergogna
e un po'anche quella dama sfuggente e perversa
che nome solo ha paura.
Che resterà di te, Antonio mio?
Polvere finissima e inviolata di libertà,
che l'uomo autentico
a ogni sopruso e umiliazion refrattario
ricordare e far lievitare saprà.