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6. La montagna fatata - La luna piena e l'eclissi

Lungo e silente il corteo
sinuoso qual serpente
saliva al monte.
L'intero popolo di Rumi era
con donne, bambini, uomini d'arme,
maghi, elfi, fate
e la fanciulla a cavallo dell'unicorno bianco.
Velenovipera seguiva da rupe a rupe a fianco.
Infin che giunti furon alla vetta
fecero cerchio.

Venne letta l'antica pergamena:
"L'amato principe di Rumi,
per malvagio sortilegio
in corpo di lupo immondo fu costretto.
Se, trascorsi mille anni,
una casta fanciulla,
all'eclissi di luna piena
terrà in mano il suo cuore,
senza però dal petto averlo estratto
(e qui sta la soluzione...)
nullo sarà lo maleficio fatto."

Quella notte, mentre i tre regni nella nebbia erano avvolti,
sulla montagna invece le stelle brillavan come non mai
e la luna piena illuminava la gran scena.
La gente intonò l'antico canto,
quasi dimenticato nel tempo,
e, nel mentre l'eclissi iniziava,
Velenovipera il cofanetto porse alla fanciulla
che tesa la mano avea.
Quando la luna completamente sparì
lo scrigno aprì
estrasse il cuore
e lo innalzò.
Tutti, muti e con gran stupore,
assistettero al miracolo che fu dato.
Un fumo nebbia uscì e a terra scese
ché tutto il suolo ne fu pregno
il cuor da solo, senza mano alcuna,
a mezz'aria galleggiò
e, ondeggiando, sulle due carcasse si posò.
Un turbinìo le avvolse e
alla fine due figure ne emersero
ed eran vive:
il principe di Rumi
ed il suo fido.
Tutti i presenti a terra si prostaron
e la luna tornò ad allietar la vista.

 

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